Lombardia, riparte il mercato del lavoro: i dati del IV trimestre 2021

Buone notizie per quanto riguarda il mercato del lavoro lombardo. Inutile negare che gli ultimi due anni, segnati dalla pandemia e dalle difficoltà, siano stati duri. ma la regione, ancora una volta, dimostra un’incredibile resilienza e una forte dinamicità anche sul fronte occupazionale. A dirlo è l’Indagine sulle Forze di Lavoro relativi al quarto trimestre 2021 Istat ha ripreso la diffusione dei dati regionali, mettendo a disposizione per la prima volta le informazioni sul 2021 e rivedendo la serie storica a partire dal 2018. Si tratta di dati ancora parziali, ma che consentono di valutare le dinamiche che hanno interessato il mercato del lavoro regionale in questi anni di forti cambiamenti.

La fotografia del IV trimestre

Nel quarto trimestre 2021 il numero di occupati in Lombardia, secondo le stime Istat, è pari a 4 milioni e 418 mila individui, un numero in crescita su base annua (+120 mila unità, pari al +2,8%) ma ancora inferiore ai livelli del 2019 (-42 mila, pari al -0,9%). Si tratta del terzo incremento trimestrale positivo, che certifica la fase di crescita registrata dall’occupazione lombarda a partire dal secondo trimestre del 2021, dopo un anno di segni negativi dovuti agli effetti della crisi innescata dalla pandemia. Il tasso di occupazione si attesta al 67,8 (era 68,5 nel quarto trimestre 2019), con la componente femminile che ha già superato i valori pre-crisi, mentre quella maschile risulta ancora inferiore di circa due punti: si riduce quindi il gap di genere, passando da 16,2 a 13,2 punti.
Il tasso di disoccupazione scende al 5,4, in calo rispetto ai valori dei due anni precedenti, mentre quello di attività si attesta al 71,7: la partecipazione al mercato del lavoro lombardo si conferma in crescita negli ultimi trimestri, ma con un divario ancora consistente rispetto ai livelli pre-crisi (1,2 punti).

In calo la Cassa Integrazione

Un altro segnale positivo è rappresentato dal processo di riassorbimento della Cassa Integrazione: nel 2021 le ore autorizzate diminuiscono del -41,6%, pur rimanendo su valori storicamente elevati. Commenta così Gian Domenico Auricchio, Presidente di Unioncamere Lombardia: “La Lombardia si conferma una regione caratterizzata da alti livelli occupazionali, con un tasso superiore alla media nazionale di oltre otto punti a differenza di quanto accaduto in Italia, però, nella nostra regione non sono ancora stati raggiunti i valori pre-crisi. Ora si tratta di recuperare pienamente la partecipazione al mercato del lavoro supportando imprese e istituti formativi per un incontro efficace tra domanda e offerta di lavoro”.

Telefonia mobile, investimenti di 600 miliardi di dollari dal 2022 al 2025

La conferma arriva dal secondo il rapporto della GSMA Intelligence, The Mobile Economy: tra il 2022 e il 2025 gli operatori del settore mobile di tutto il mondo dovranno affrontare investimenti per una cifra superiore ai 600 miliardi di dollari. L’85% degli investimenti totali sarà rappresentato dal passaggio alle reti 5G, la cui adozione in rapida crescita porterà a un numero di connessioni prossimo al miliardo nel corso del 2022. Entro il triennio che porta al 2025 il rapporto stima che il 5G coprirà un quarto delle connessioni mobili globali. In pratica, due persone su 5 sfrutteranno la nuova connessione.

La crescita del 5G e le aspettative sui mercati con livelli di reddito modesti

Lo slancio del 5G è stato accentuato da una serie di fattori, tra cui la ripresa economica del post Covid-19, l’aumento delle vendite di telefoni 5G, l’espansione della copertura della rete e gli sforzi di marketing degli operatori mobili. A oggi, la crescita dell’utilizzo del 5G è trainata dai mercati più avanzati, Usa, Cina, e Corea del Sud. Ma una nuova ondata di implementazione del 5G nei grandi mercati con livelli di reddito modesti, come Brasile, Indonesia e India, potrebbe incentivare ulteriormente la produzione di massa di dispositivi 5G più convenienti, che a sua volta potrebbe rafforzare ulteriormente la crescita degli abbonati.

Nel 2021 tecnologie e servizi mobili valgono 4,5 trilioni di dollari

A fine 2021 circa 5,3 miliardi di persone risultano abbonate a servizi mobili di tutte le generazioni, rappresentando il 67% della popolazione mondiale. Nel 2021, il valore delle tecnologie e dei servizi mobili hanno generato 4,5 trilioni di dollari, più o meno il cinque per cento del Pil a livello globale, e la cifra sembra essere destinata a raggiungere i 5 trilioni entro il 2025. Cresce poi in generale in tutto il mondo la connettività mobile: gli investimenti in infrastrutture di rete da parte degli operatori hanno ridotto il divario di copertura da un terzo della popolazione mondiale ad appena il 6%. Tuttavia il digital divide non è colmato. Nonostante sia raggiunta dalla rete di banda larga mobile, il 41% della popolazione mondiale non utilizza i servizi di Internet mobile, pari a 3,2 miliardi di persone. 

Cala l’adozione del 4G, ma c’è ancora un margine di crescita

Le ragioni di questo divario di utilizzo variano in base alla regione, e includono prezzi dei servizi troppo alti e mancanza di competenze per l’uso del mobile Internet. Inoltre, con l’accelerazione dell’adozione del 5G nei mercati principali come Cina, Corea del Sud e Stati Uniti, il 4G inizia a vivere una fase di contrazione. A livello globale, l’adozione del 4G rappresenterà il 55% delle connessioni totali entro il 2025, in calo rispetto al picco del 58% nel 2021.
Ma il 4G ha ancora spazio per crescere nella maggior parte dei mercati in via di sviluppo. Nell’Africa subsahariana, ad esempio, l’adozione del 4G è inferiore a un quinto delle connessioni totali.

Con la pandemia le città italiane non sono diventate più sostenibili 

Nonostante i buoni propositi il traguardo verso una mobilità a emissioni zero entro il 2030 sembra essere ancora molto lontano. Alcune città europee hanno reagito alla pandemia da Covid-19 ripensando la mobilità urbana e accelerando la transizione ecologica, ma in Italia sono stati compiuti quasi solo passi indietro.  Lo conferma il rapporto Pan-European City Rating and Ranking on Urban Mobility for Liveable Cities, pubblicato dalla Clean Cities Campaign, la coalizione di organizzazioni che chiedono ai sindaci delle città europee impegni concreti la riduzione delle emissioni e del traffico urbano. Nessuna delle 36 città considerate dal City Ranking può però dirsi soddisfatta: un punteggio inferiore al 100% indica che si sta facendo troppo poco, e i punteggi vanno dal 71,5% di Oslo al 37,8% di Napoli.

In Italia sono stati fatti addirittura passi indietro

 “Le città italiane potevano uscire dalla pandemia trasformate in meglio: meno inquinamento dell’aria, meno auto in circolazione, più bici e trasporto pubblico. Purtroppo non hanno raccolto la sfida e spesso hanno fatto addirittura passi indietro – afferma Claudio Magliulo, responsabile della campagna Clean Cities in Italia -. Altre città europee, invece, hanno dimostrato che si può reinventare lo spazio urbano nel tempo di una stagione: Parigi ad esempio ha investito nella riduzione drastica del traffico veicolare e nella promozione della mobilità pedonale e ciclistica”, strappando a Stoccolma il 5° posto in classifica e tallonando le altre capitali scandinave.

Le città italiane sono tutte nella parte bassa della classifica

Il City Ranking ha analizzato 36 città in 16 paesi europei, classificandole sulla base dello stato della mobilità urbana e della qualità dell’aria.
Tra le variabili considerate, lo spazio urbano dedicato a pedoni e biciclette, i livelli di sicurezza per pedoni e ciclisti sulle strade urbane, quelli di congestione del traffico urbano, l’accessibilità ed economicità del trasporto pubblico locale, l’infrastruttura per la ricarica dei veicoli elettrici, le politiche di riduzione di traffico e veicoli inquinanti, e l’offerta di servizi di sharing mobility. Risultato? Le quattro città italiane analizzate sono tutte nella parte bassa della classifica: Milano al 20° posto, Torino al 23°, Roma al 32°, e Napoli, ultima in classifica, al 36° posto.

Il primo posto è stato conquistato da Oslo, seguita da Amsterdam, Helsinki e Copenaghen.

Non è un incidente di percorso, ma una centralità dell’auto decennale

Una mobilità non sostenibile significa anche congestione urbana e inquinamento dell’aria, riporta Adnkronos. “Le città italiane sono tra le più inquinate e congestionate d’Europa – aggiunge il responsabile di Clean Cities Italia -. Non si tratta di un incidente di percorso, ma del prodotto di decenni di centralità dell’auto e di dipendenza dai combustibili fossili. Abbiamo progettato le nostre città, e le abbiamo modificate negli anni, con in mente l’automobile È il momento di invertire questo paradigma, ripensando lo spazio urbano e la mobilità, a favore degli spostamenti a piedi, in bici e con i mezzi pubblici o di sharing mobility. Ma per farlo, e rapidamente, i sindaci italiani dovranno dimostrare più coraggio e lungimiranza”.

Caro bollette, le dritte per risparmiare

Il caro bollette è uno dei temi più “caldi” delle ultime settimane, e gli italiani sanno che dovranno fare i conti con salassi pesanti per luce e gas. Ecco allora che Enea propone una sorta di “prontuario” per risparmiare sui consumi e sui costi e al contempo tutelare l’ambiente. Dieci consigli riguardano l’uso efficiente del riscaldamento (Decalogo riscaldamento) e altri 10 l’uso ‘intelligente’ dell’energia. Ma non solo. Bastano infatti alcuni comportamenti quotidiani per risparmiare fino al 10% sulla bolletta: ad esempio spegnere le luci e il riscaldamento quando usciamo di casa, non aprire le finestre se c’è il termo acceso e spegnere il pc se non lo usiamo. Importante anche non eccedere con la temperatura nell’abitazione, ovvero oltre i 20 gradi.

Come “tagliare” la luce

Fra le mosse più efficaci per tagliare consumi (e spese) le lampadine a Led, con le quali si può ottenere un risparmio energetico di circa l’85%. Anche gli elettrodomestici di elevata classe energetica sono un antidoto efficace al caro-energia: la differenza di spesa fra la classe energetica elevata e quella più bassa arriva fino al 40%.

Evitare la dispersione di calore

Attenzione anche a piccoli gesti come schermare le finestre durante la notte con persiane, tapparelle o tende per ridurre la dispersione di calore e a spegnere gli stand-by: infatti, quelle che sembrano innocue lucine possono pesare fino al 10% sulla bolletta se lasciate accese tutto il tempo. “Per questo è bene usare appositi dispositivi come gli standby stop – spiega Nicolandrea Calabrese, responsabile Laboratorio Enea di Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano – Ma sono possibili azioni ancora più incisive come la manutenzione degli impianti, il check-up dell’immobile (la diagnosi energetica), il controllo e la regolazione costante della temperatura degli ambienti fino a interventi più strutturali per migliorare la coibentazione. Un intervento, questo, per il quale sono previsti diversi incentivi che lo rendono economicamente più sostenibile”.

Soluzioni anti salasso

Nel prontuario di Enea, ci sono altre dritte per risparmiare. Ad esempio bisogna evitare di dimenticarsi di sbrinare frigo e congelatore: se accumulano troppo ghiaccio i consumi corrono; allo stesso modo, attenzione ai panni stesi ad asciugare sul radiatore o il divano davanti al termosifone e alle luci accese quando si esce da una stanza. Altre soluzioni taglia-spesa riguardano il tipo di caldaia: i modelli a condensazione consentono di risparmiare fino al 22% di gas metano rispetto a quelli tradizionali (in un appartamento di 130 metri quadri) mentre le valvole termostatiche sui radiatori consentono di ottenere un risparmio di circa il 13% del consumo di gas metano.

L’impatto del Covid sul mercato della mobilità

La crisi sanitaria ha influenzato il mercato della Mobility, e in Italia a soffrire di più è il comparto della mobilità a medio-lungo raggio, strettamente legata ai viaggi di piacere e di lavoro. Ma la volontà di ridurre al minimo i contatti ha anche cambiato le abitudini di acquisto, facendo spazio all’adozione di strumenti di pagamento digitali anche in comparti tradizionalmente legati all’uso del contante. Tra tutti quello dei taxi, che nel 2021 vede una crescita dell’uso di carte per i pagamenti del 10% rispetto al 2019.
Queste alcune delle evidenze emerse dagli Osservatori Innovative Payments e Innovazione Digitale nel Turismo della School of Management del Politecnico di Milano.

I più colpiti dalla pandemia

Il comparto del trasporto aereo è quello maggiormente colpito dalla pandemia. I 14,5 miliardi di euro del 2019 sono calati a 4,5 nel 2020, per tornare a salire a circa 6 miliardi nel 2021.

Il valore del mercato degli autobus a medio-lungo raggio invece è calato del 61% nel 2020, e se nel 2021 la situazione ha visto una timida crescita (2%), è dovuta soprattutto all’aumento dei prezzi. Anche il mercato del trasporto ferroviario ha subito quasi un dimezzamento nel 2020. Nel 2021 ha registrato una ripresa (+26%) trainata in particolare dal canale online, che ha quasi raggiunto quello offline (49% contro 51%). Quanto al mercato dei traghetti, ha subito in maniera più leggera lo scotto della pandemia, recuperando nei mesi estivi del 2021 quanto aveva perso nel 2020.

La mobilità urbana

La mobilità urbana, che rappresenta la quota più piccola della Mobility in Italia, nel 2020 ha subito un rallentamento. In particolare, il trasporto su taxi (-60%), che però nel 2021 ha recuperato portandosi a circa due terzi del 2019.
Quanto al Trasporto Pubblico Locale, che partiva da un valore di 3,9 miliardi, nel 2021 si ferma poco sotto i due terzi dei valori pre-pandemia.
Al contrario, la pandemia ha favorito anche nel 2021 l’utilizzo del mezzo privato, con risultati meno negativi per l’intero comparto, dai pedaggi autostradali (-22%), alla sosta su strisce blu (-35%), o in struttura e ZTL.

Gli strumenti di pagamento

Il contante si conferma anche nella Mobility lo strumento preferito dai consumatori, soprattutto per il pagamento dei servizi di breve percorrenza e per il pagamento della sosta, caratterizzati da scontrini medi ridotti e da un’esperienza di acquisto che avviene tipicamente nel canale offline, ossia in prossimità della cassa.
Un esempio è il mercato della sosta su strada negli stalli strisce blu, dove la quasi totalità dei pagamenti avviene in contanti (91% del transato nel 2020).
Fanno eccezione i trasporti a lunga percorrenza, caratterizzati da scontrini medi più elevati e da un canale online più sviluppato. Un esempio è il mercato dell’autobus a medio-lungo raggio, dove le carte e i wallet valgono il 71% del transato nel 2021, e il 56% dei pagamenti viene effettuato online.

Ripresa economica: l’analisi della Banca d’Italia

Alla fine del 2021 la ripresa economica dalla crisi causata dalla pandemia si è rafforzata negli Stati Uniti e in altri paesi avanzati, mentre nell’area dell’euro il prodotto ha decisamente decelerato. Secondo il Bollettino Economico n. 1 del 2022 della Banca d’Italia la recrudescenza della pandemia e le strozzature dal lato dell’offerta pongono rischi al ribasso per la crescita. L’inflazione è ulteriormente aumentata quasi ovunque, e nell’area euro è al massimo dall’avvio dell’Unione monetaria, a causa degli eccezionali rincari energetici. Ma le previsioni dell’Eurosistema indicano un graduale rientro delle pressioni inflazionistiche nel corso dell’anno. Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ritiene infatti che i progressi della ripresa economica, e quelli verso il conseguimento dell’obiettivo di inflazione nel medio termine, consentano una graduale riduzione del ritmo degli acquisti di attività finanziarie.

In Italia la crescita ha rallentato. Sale l’inflazione

L’orientamento della politica monetaria resterà quindi espansivo, e la sua conduzione flessibile e aperta a diverse opzioni in relazione all’evoluzione del quadro macroeconomico.
In ogni caso, in Italia la crescita ha rallentato, e l’inflazione risente dei rincari energetici
L’inflazione è salita, sospinta appunto dalle quotazioni dell’energia, ma al netto delle componenti volatili resta moderata. E gli aumenti dei costi di produzione si sono trasmessi finora in misura modesta sui prezzi al dettaglio. Sulla base dei modelli della Banca d’Italia, nel quarto trimestre del 2021 il Pil avrebbe registrato una crescita attorno al mezzo punto percentuale, in rallentamento rispetto ai due trimestri precedenti, caratterizzati da una forte espansione dell’attività.

La manovra di bilancio prevede interventi espansivi per il triennio 2022-24

Al contempo, è proseguito il recupero dell’occupazione, le condizioni di offerta del credito restano distese, e la qualità degli attivi bancari si mantiene elevata. Secondo le informazioni preliminari disponibili, nel 2021 l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche sarebbe sceso sia rispetto all’anno precedente sia rispetto alle ultime stime del governo. Anche il rapporto tra il debito e il prodotto avrebbe registrato una dinamica più favorevole delle attese. Di fatto, la manovra di bilancio per il triennio 2022-24 è espansiva. La crescita del Pil proseguirà nei prossimi tre anni, e l’inflazione nel medio termine si ridurrà.

Le proiezioni macroeconomiche per l’Italia

Il Pil recupererebbe intorno alla metà di quest’anno i livelli precedenti la pandemia. In media d’anno il prodotto aumenterebbe del 3,8% nel 2022 e a ritmi più bassi nel biennio successivo. I prezzi al consumo invece quest’anno salirebbero del 3,5% per i rincari dei beni energetici, che tuttavia si attenuerebbero gradualmente esaurendosi verso la fine dell’anno. L’inflazione si attesterebbe su valori moderati nel biennio successivo. Nel breve termine le previsioni sono connesse con l’evoluzione delle condizioni sanitarie e con le tensioni sul lato dell’offerta. Nel medio termine, le proiezioni rimangono condizionate alla piena attuazione dei programmi di spesa inclusi nella manovra di bilancio e alla realizzazione completa e tempestiva degli interventi previsti dal PNRR.

Le italiane sono più attente alla sostenibilità degli uomini

Sono le donne italiane a essere più virtuose rispetto agli uomini in relazione ai temi della sostenibilità, ma anche i giovani più degli anziani e chi abita in un condominio rispetto a chi vive in abitazioni singole. A confermarlo è lo studio Efficienza energetica e comportamenti individuali e comunitari in Italia, condotto dal dipartimento Psicologia Sociale dell’Università Statale di Milano e dal dipartimento Unità Efficienza Energetica dell’Enea. L’analisi ha l’obiettivo di indagare quali sono i meccanismi psicologici che spingono ad attuare comportamenti efficaci nei consumi domestici, che possano a loro volta aiutare a migliorare le politiche energetiche.

Il genere maschile è più scettico sull’impatto dei comportamenti singoli

Lo studio è stato condotto su un campione di famiglie in Lombardia, di cui sono stati esaminati azioni e interventi messi in atto negli ultimi cinque anni per ridurre la propria bolletta energetica, nell’ambito della campagna nazionale sull’efficienza energetica Italia in Classe A, promossa dal ministero della Transizione ecologica. E secondo lo studio la sostenibilità abita più nel gentil sesso, che a quanto pare ha una maggiore percezione di efficacia delle proprie azioni individuali. Il genere maschile invece è più scettico sul reale impatto dei comportamenti del singolo sul sistema sociale nel complesso. Le donne, ad esempio, indossano abiti più pesanti in inverno e utilizzano i grandi elettrodomestici a pieno carico convinte di ridurre i consumi energetici.

Anziani sensibili a risparmiare elettricità e acqua per finalità economiche

Lo studio evidenzia inoltre come all’interno di un unico nucleo familiare spesso convivano diverse subculture energetiche, derivanti da variabili come genere, età, tipologia di abitazione e impegno sui temi della sostenibilità. Gli anziani sono sensibili al risparmio di elettricità e acqua per finalità economiche, mentre i più giovani lo sono per un approccio più ideologizzato, con una maggiore cultura della sostenibilità, più aperta al cambiamento. Quanto alla mobilità sostenibile, è centrale per i dipendenti part-time, lo sharing (condivisione di servizi) e il risparmio energetico per i lavoratori autonomi, mentre la condivisione dei servizi è importante per i lavoratori dipendenti full-time.

La sostenibilità influenza le decisioni di consumo degli italiani

Gli italiani in generale sono,  riporta Ansa, tra i più sostenibili in Europa per scelte d’acquisto e consapevolezza sui consumi. Un sondaggio del Gruppo Bsh (azienda mondiale nel settore degli elettrodomestici) ha evidenziato come 9 italiani su 10 si informano sulle caratteristiche di sostenibilità prima e durante l’acquisto di un grande elettrodomestico soprattutto attraverso l’etichetta energetica del prodotto (60%). Ma anche attraverso la consulenza di un commesso (56%) o i siti di confronto online (53%). La sostenibilità influenza le decisioni di consumo di più di tre quarti degli italiani, collocando l’Italia al secondo posto in Europa dopo la Spagna.

Mercato del lavoro, in Lombardia riprendono le assunzioni

Buone notizie per quanto riguarda il mercato del lavoro lombardo: come peraltro confermato anche dai dati Istat, nella Regione sono riprese le assunzioni, bilanciando almeno parzialmente lo stallo del 2020. L’Istituto Nazionale di Statistica segnala che nel terzo trimestre 2021 c’è stata una crescita del numero di occupati sia in Italia (+2,2% su base annua) che al Nord (+2,1%), mentre il report di Unioncamere Lombardia, con informazioni sui flussi in entrata e in uscita dal mercato del lavoro, provenienti dalle Comunicazioni Obbligatorie, evidenzia nel terzo trimestre 2021 un saldo positivo di circa 25 mila posizioni tra contratti avviati (446 mila) e cessati (421 mila). Si tratta di un dato in lieve ridimensionamento rispetto all’anno scorso, per via della maggiore crescita delle cessazioni (+25,7%) rispetto agli avviamenti (+21,5%); va però ricordato che nel 2020 gli avviamenti – e soprattutto le cessazioni – erano fortemente ridotti per effetto dell’emergenza sanitaria e dei provvedimenti nazionali a difesa dell’occupazione (cassa integrazione, divieto di licenziamento, ecc.). Il confronto con il 2019 mostra invece un miglioramento del saldo nel terzo trimestre 2021: la variazione di avviamenti e cessazioni, positiva in entrambi i casi, appare infatti più marcata per i primi (rispettivamente +8,4% e +5,2%). 

I contratti a termine sono la maggior parte dei nuovi ingressi

Il saldo positivo è frutto quasi esclusivamente della crescita dei contratti a termine (+31 mila), mentre si conferma negativa la dinamica delle posizioni a tempo indeterminato (-8 mila). La crescita di posti di lavoro si concentra nel commercio e nei servizi (+26 mila) che rappresentano il comparto di gran lunga prevalente dal punto di vista dimensionale con il 75% degli avviamenti, ma il saldo risulta positivo anche negli altri settori con la sola eccezione dell’industria (-3 mila). Il confronto con il 2019 vede un miglioramento del saldo in tutti i comparti, tranne che per l’agricoltura; gli avviamenti risultano in sensibile crescita, in particolare nelle costruzioni (+22,2%).

Calano le ore di Cassa Integrazione

Un altro segnale positivo è il percorso di rientro delle ore autorizzate di Cassa Integrazione dopo il picco del 2020: il calo su base annua è pari al -55,7%, anche se i valori assoluti sono ancora elevati rispetto alla serie storica precedente. Commenta così Gian Domenico Auricchio, Presidente di Unioncamere Lombardia: “La ripresa del mercato del lavoro lombardo non si ferma e in alcuni certi settori, come l’edilizia, appare particolarmente intensa. I dati del terzo trimestre 2021 evidenziano anche un incremento fisiologico delle cessazioni rispetto ai livelli eccezionalmente bassi dell’anno scorso, quando erano in vigore i provvedimenti di salvaguardia nazionali”.

Google trend 2021: in Italia i più “cercati” sono Green Pass e la Carrà

Anche quest’anno Google ha pubblicato come il consueto report Un Anno di Ricerche 2021, che allarga lo sguardo su personaggi, domande, argomenti più in risalto rispetto allo scorso anno, offrendo così un punto di vista sui tempi in cui viviamo. Ma cosa hanno cercato su Google gli italiani nel 2021, un anno segnato ancora dalla pandemia, ma anche dai tanti successi sportivi? Nella lista delle parole più digitate dagli italiani negli ultimi 12 mesi nelle prime posizioni spiccano il Green Pass e Raffaella Carrà, la cui scomparsa il 5 luglio scorso ha commosso tutta l’Italia. In un anno così importante per lo sport italiano, tra le parole top non mancano però gli Europei e Christian Eriksen, il calciatore danese che ha avuto un arresto cardiaco in campo, oltre a Champions League e Serie A. E tra gli eventi, il tennis, con Roland Garros, Wimbledon e Matteo Berrettini.

Dallo sport allo spettacolo alla politica fino agli addii più popolari 

Tra i personaggi del 2021 che hanno segnato il picco di traffico sul motore di ricerca ci sono ancora tanti sportivi, come Donnarumma, Janik Sinner, Federica Pellegrini, Marcell Jacobs, mentre nello spettacolo i Maneskin e Orietta Berti. E nella politica Mario Draghi e Giuseppe Conte, attuale ed ex primo ministro, riporta Ansa. Googlare è ormai una parola inserita nel vocabolario Treccani, e se tra i clic più di moda in cima alla classifica Google Trend spiccano “come fare il Green Pass” e Raffaella Carrà, tra gli addii più popolari, un po’ a sorpresa, al secondo posto c’è Michele Merlo, seguito da Franco Battiato e Gino Strada. Insomma, tra i Google Trend 2021 non c’è solo la pandemia nelle ricerche online italiane.

La Dad, la pizza e il Ddl Zan

Segno dei tempi, come scrive Leggo, nella lista di Google c’è anche Classroom, il programma per la didattica a distanza, incubo di milioni di famiglie durante questa pandemia, e quindi cliccatissimo. E la cucina, un tema che dal lockdown del 2020 in poi ha conquistato gli italiani? ‘Come fare la pizza in casa’ batte ‘come fare il pesto’ e ‘come fare la besciamella’, evidentemente sempre amata dagli italiani. Tra i ‘perché’ vince invece ‘Conte si dimette’, seguito da ‘non funziona WhatsApp’, e tra il ‘cosa significa’ svetta il Ddl Zan. Ma sul podio anche ‘zona rossa rafforzata’ e ‘resilienza’. Insomma, una fotografia dell’Italia 2.0 mai così veritiera.

Il mercato immobiliare italiano è in ripresa

Nel 20121 il mercato immobiliare italiano conferma la ripresa cominciata più di un anno fa, e restituisce segnali di ottimismo.
A determinare la spinta all’acquisto immobiliare, legata soprattutto all’intenzione di migliorare la propria condizione abitativa, sono state soprattutto la capacità di rilancio dell’economia italiana, favorita anche dalle risorse del PNRR, e una guida delle istituzioni percepita come salda e credibile.  È quanto emerge dal 3° Rapporto sul Mercato Immobiliare 2021 di Nomisma. Tuttavia, secondo l’analisi, per valutare correttamente la capacità di resistenza e ripresa dimostrate dal mercato sarà necessario aspettare che lo scenario si normalizzi. Solo con il tempo, infatti, sarà possibile capire se questa crescita è destinata a proseguire oppure a ridimensionarsi.

Acquisto prima casa e tendenza alla suburbanizzazione

Di fatto, sono oltre 3,3 milioni i nuclei familiari che hanno deciso di intraprendere la ricerca di una nuova abitazione, e l’intento è principalmente la sostituzione della prima casa. In particolare, confrontando il primo semestre 2021 con il primo semestre 2019 il mercato delle compravendite è cresciuto del 23,6%, e i mercati di provincia hanno contribuito in maniera significativa a questo incremento. Una tendenza nata soprattutto nel periodo di lockdown, durante il quale molti italiani hanno maturato e rafforzato alcune esigenze, come una maggiore segmentazione degli spazi e l’implementazione di soluzioni tecnologiche all’interno dell’ambiente domestico. Inoltre, la pandemia ha rimesso al centro il tema della qualità dell’abitare (più spazio, salubrità, connettività e minori costi energetici), tendenza che in parte si è riflessa nello spostamento della domanda verso localizzazioni suburbane.

Il ruolo del credito

L’andamento positivo del mercato, tuttavia, non è dovuto a un aumento del potere d’acquisto degli italiani, come si evince dalla dipendenza da mutuo di molti nuclei familiari, ma dal credito degli istituti bancari, senza il qual una parte significativa della domanda non potrebbe essere soddisfatta. È infatti proprio nell’atteggiamento accomodante delle istituzioni finanziarie che secondo Nomisma vanno ricercate le ragioni di un rimbalzo tanto repentino quanto consistente del settore. Inoltre, i temi della riqualificazione energetica degli immobili, come il Superbonus, e il supporto agli under 35 per i mutui prima casa rappresentano due aspetti fondamentali per la ripresa del mercato immobiliare.

Congiuntura immobiliare e mercati

Un altro tema centrale è quello della domanda di locazione, che nel 2021 non ha recuperato i livelli pre-pandemia ma rispetto al primo semestre dell’anno, è aumentata mediamente del 3,5%. In ogni caso, l’evoluzione dei prezzi degli immobili in ambito residenziale ha beneficiato dell’intensificarsi della domanda abitativa. In questo settore, su base annua, la variazione media dei prezzi è pari a +1,6%, con differenze, anche notevoli, sui vari mercati. Si va infatti dal +4,1% registrato da Milano al -1,2% di Palermo. I tempi medi di assorbimento degli immobili in vendita cambiano però in base alla tipologia: in media sono necessari 5,5 mesi per le abitazioni e 9 mesi per uffici e negozi.