Mese: Aprile 2024

Quanto incide il costo della vita sui comportamenti sostenibili? 

Il costo della vita ha un impatto diretto sui comportamenti green dei cittadini europei? Pare proprio di sì, a quanto afferma una recente ricerca condotta da Pro Carton, l’Associazione Europea dei Produttori di Cartone e Cartoncino.

L’analisi ha preso in esame l’atteggiamento di oltre 5.000 consumatori europei in 5 Paesi, ovvero Italia, Regno Unito, Francia, Germania e Spagna, nei confronti dell’ambiente e degli imballaggi. Lo studio, riferisce Adnkronos, ha analizzato anche come l’economia e le dinamiche geopolitiche influenzino tali atteggiamenti.

Per 8 consumatori su 10 il costo della vita influenza gli acquisti

Per oltre l’80% dei consumatori europei, il costo della vita influenza la scelta di acquistare prodotti sostenibili. In particolare, l’Italia si distingue come il Paese dove questo fattore, sebbene rilevante, pesa meno rispetto ad altri, mentre l’importanza di uno stile di vita sostenibile è percepiuta in modo più marcato, con il 70% degli intervistati. Al contrario, in Germania (55%), Regno Unito (56%), Francia (63%) e Spagna (64%), questa percentuale è inferiore.

Le preoccupazioni degli europei: priorità e aspetti sensibili

Oltre al costo della vita, il cambiamento climatico emerge come una delle principali preoccupazioni dei consumatori europei, seguito dall’inflazione e dai conflitti. In Italia, le preoccupazioni principali sono il costo della vita (84%) e i conflitti (83%), seguiti dall’inflazione (75%). Il riciclo rimane l’azione considerata più efficace nel contrastare il cambiamento climatico, secondo il 74% degli italiani.

Il 69% degli italiani ricicla di più

La ricerca evidenzia che il 69% degli italiani ricicla più di quanto faceva un anno fa, mentre più della metà presta maggiore attenzione allo spreco dell’acqua e alla riduzione dell’uso di plastica nei prodotti confezionati.  Anche per quanto riguarda l’acquisto di un prodotto, il fatto che il packaging sia sostenibile è un fattore determinante per la scelta. Per i consumatori italiani, l’aspetto più importante è che sia facile da riciclare (lo pensa il 71%), seguito dal fatto che sia composto da materiali riciclati (per il 54%) e, infine, che sia richiudibile (per il 41%).

L’importanza del packaging sostenibile

Il 95% dei consumatori europei sarebbe disposto a pagare in media il 5,4% in più per un prodotto se il suo packaging avesse un minor impatto ambientale. Gli italiani sono tra i più inclini a spendere di più, con una disponibilità fino al 6,4%. La fiducia nel cartone come materiale riciclabile è particolarmente alta in Italia, riflettendo una crescente consapevolezza ambientale e un impegno verso la sostenibilità.

Genere e stereotipi, come li vivono oggi gli italiani?

La seconda edizione dell’Osservatorio “Genere e Stereotipi”, promosso da Henkel Italia in collaborazione con Eumetra, ha evidenziato come le scelte e le azioni di donne e uomini siano ancora limitate dalla persistenza di stereotipi di genere. Stereotipi così radicati da influenzare le decisioni sia a livello familiare sia individuale.

La ricerca, condotta su un campione di 2.000 individui tra i 18 e i 55 anni appartenenti alla community del magazine online DonnaD, ha rivelato che il 73% delle donne ritiene che esistano scuole superiori più adatte per i maschi e altre per le femmine, un pensiero confermato dall’85% anche riguardo alle facoltà universitarie. Questo atteggiamento è condiviso dal 73% degli uomini e dal 63% dei giovani intervistati.

Gender gap sul posto di lavoro 

Nel contesto lavorativo, il 56% delle donne ritiene di essere retribuito meno dei colleghi uomini, e solo il 38% pensa di ricevere uno stipendio equo. La difficoltà delle donne nel emergere nel mondo del lavoro è aggravata dagli ostacoli legati alla conciliazione vita-lavoro, con un terzo della popolazione femminile che dichiara di aver dovuto sacrificare la carriera per la famiglia. 

Casa e figli ancora sulle spalle delle donne

La ricerca ha evidenziato inoltre che le donne continuano a sopportare il peso maggiore dei lavori domestici e della cura della famiglia. Il diverso peso nella gestione delle attività in casa è motivato dal differente contributo al reddito famigliare, con il 18% degli intervistati che ritiene che chi guadagna di più, ovvero l’uomo nel 64% dei casi, influenzi le decisioni economiche della famiglia. Anche l’educazione dei figli è influenzata dagli stereotipi di genere, con molti padri e madri che si sentono condizionati nella scelta dei giocattoli per i propri bambini.

Tuttavia, c’è un crescente consenso sulla necessità di insegnare tutte le attività domestiche ai figli indipendentemente dal genere. L’80% della GenZ ritiene infatti che tali responsabilità debbano essere condivise equamente.

Anche gli sport sono considerati in modo “differente”

Nel tempo libero e nello sport, gli stereotipi persistono: la maggior parte degli uomini considera il calcio uno sport maschile, mentre le donne lo vedono come adatto a tutti. Allo stesso modo, la danza è spesso etichettata come femminile dagli uomini, mentre le donne la percepiscono in modo più inclusivo. Il presidente e AD di Henkel Italia, Mara Panajia, ha sottolineato l’importanza delle aziende nell’incidere positivamente sulla comunità in cui operano.

Alle prossime Elezioni Europee voterà il 47% dei giovani italiani

Rispetto al 54,5% di partecipazione al voto nel 2019 le stime per le Europee del 2024 (dal 6 al 9 giugno) mostrano un’affluenza complessiva in flessione al 45%, confermando in Italia il trend discendente degli ultimi 15 anni, opposto a quello generale in Europa.
Secondo un’indagine del Consiglio Nazionale dei Giovani (Cng), realizzata in collaborazione con l’Istituto Piepoli, il 47% dei giovani italiani sarebbe però propenso a votare. Un dato positivo, considerando che l’affluenza tra gli over 54 è stimata addirittura al 43%.

Del resto, l’aumento complessivo dell’affluenza alle urne nel 2019 in Europa (50,6%, la più alta dal 1994) è stato determinato principalmente dalle giovani generazioni, in particolare, dai cittadini sotto i 25 anni (+14% vs 2014) e dai 25-39enni (+12%).

Under25 poco soddisfatti del dibattito elettorale

D’altronde, solo l’8% dei giovani si ritiene molto soddisfatto dal dibattito politico sulle Europee, mentre 6 giovani su 10 reputano che quest’ultimo non stia affrontando adeguatamente le criticità e le esigenze che vivono.

Secondo la ricerca il dato scende ulteriormente se a essere presi in considerazione sono solo gli under 25. Considerando il campione 18-24, infatti, solo il 33% è soddisfatto almeno in parte. Salgono così a 7 su 10 i giovani che ritengono che non si stiano affrontando adeguatamente criticità ed esigenze. Dato di molto inferiore a quello della fascia 35-54, dove la percentuale raggiunge il 50%.

Focus su occupazione, scuola, ambiente

Per i giovani, i temi su cui il dibattito si deve orientare sono, invece, innanzitutto quelli relativi a lavoro e occupazione (39%), a cui seguono scuola e università (18%), formazione post-scuola/università (18%) e il cambiamento climatico (9%).

Questi dati rivelano un urgente bisogno di riorientare il focus del dibattito politico verso questioni che hanno un impatto diretto sul futuro professionale e personale di ragazze e ragazzi.

Serve un maggiore coinvolgimento delle nuove generazioni, anche tra i candidati

“Sono soprattutto le giovani generazioni a voler contribuire alle scelte collettive, non solo del nostro Paese ma anche dell’Unione Europea – commenta la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Pisani -. È la ragione per cui sarà necessario un sempre maggiore coinvolgimento nelle prossime settimane, sia in termini di individuazione di priorità sia di elettorato attivo sia passivo, considerando che anche a livello europeo la media dell’età degli eletti italiani continua a essere alta, circa 49,2 anni”.

Si tratta di un trend, riporta Askanews, che deve essere invertito, aggiunge Pisani, “considerando “l’ampia volontà delle giovani generazioni di essere pienamente incluse nei processi decisionali per affrontare quelle che sono, a loro avviso, le maggiori criticità che vivono e che indicano con particolare chiarezza come urgenze e priorità”.