Caro bollette: a cosa rinunciano gli italiani?

È quanto emerge da un sondaggio anticipato all’Adnkronos da Confesercenti: il caro bollette si sta abbattendo anche sulle vendite di vestiti, cappotti, borse e scarpe. E secondo un altro sondaggio di Fismo, 11 mila negozi già pensano di chiudere l’attività. In pieno autunno ‘caldo’ dei prezzi il 39% degli italiani ha infatti intenzione di ridurre gli acquisti di prodotti non certo voluttuari, ma sicuramente meno necessari del cibo.
“Un calo che già si avverte nelle vendite dei negozi – afferma Benny Campobasso, presidente di Fismo – anche se per ora, ma siamo a inizio stagione, è leggero. Storicamente il mese di ottobre è tranquillo, ma se con il freddo non ci sarà una reazione sugli acquisti allora ci sarà da preoccuparsi”. 

Undicimila attività a rischio chiusura

“Il 10% degli imprenditori si dichiara pronto a chiudere la propria attività di fronte agli aumenti di energia elettrica – aggiunge Benny Campobasso -. Una fetta considerevole pari a circa 11 mila piccole attività commerciali di abbigliamento, accessori e calzature”.
Una forte preoccupazione avvertita anche in casa Confcommercio. “Abbiamo i magazzini pieni di collezioni bellissime acquistate tra dicembre 2021 e gennaio 2022 – sottolinea Giulio Felloni, presidente di Federmoda Italia Confcommercio -, capi anche costosi che abbiamo comprato con aspettative ottimistiche sulla fine della pandemia, ma ora la situazione di grande difficoltà non può che preoccuparci”.

La frenata economica rende i consumatori prudenti 

“L’aumento dei costi in generale e delle bollette fa sì che i consumatori siano prudenti – aggiunge Giulio Felloni – e anche se c’è una gran voglia di ritorno alla normalità, e soprattutto da parte femminile di comprare qualcosa, la frenata economica sta condizionando l’appeal di acquisti di abbigliamento e accessori”. In base a un sondaggio flash che Federmoda Italia ha svolto dal 30 settembre al 10 ottobre tra i commercianti, emerge inoltre che “le vendite sono leggermente inferiori o stabili, ma sta di fatto che molti negozi stanno pensando di chiudere anche per l’enorme aumento dei costi”.

La concorrenza del web ai piccoli negozi

“Ci attendiamo segnali e progetti costruttivi dal governo – sostiene ancora Felloni – lavoreremo sulla filiera dal produttore al consumatore ma pensiamo di avere una interazione con le altre associazioni: Cna, Confartigianato, Confindustria, Confesercenti per fare un ragionamento insieme e cercare di risolvere il problema della moda, un problema latente per impedire che i negozi chiudano, e poi non riaprano più. Il fenomeno riguarda alcune città, e alcuni comuni più piccoli e poco frequentati, dove non c’è lo shopping tourist. E poi – spiega Felloni – la clientela deve capire che se qualcuno compra un vestito online alimenta una concorrenza sleale, sul web infatti i costi non sono comparabili con quelli che abbiamo noi”.