Mese: Ottobre 2022

Perché la GenZ è più colpita dalle cyber truffe?

I giovani tra 16 e 26 anni sono i più bersagliati dai cybercriminali. Nel 2021 sono stati circa 10 milioni gli italiani che hanno subito violazioni digitali, e il 32% apparteneva alla GenZ, i nati tra il 1997 e il 2012. Gli episodi di attacco tendono a decrescere all’aumentare dell’età, colpendo il 31% dei Millennials (27-40 anni), il 22% della Generazione X (41-56 anni) e l’11% dei Baby Boomers (57-64 anni). Questo, in parte perché le truffe online utilizzano in modo sempre più massivo gli strumenti digitali con cui la GenZ è cresciuta, in parte perché i criminali informatici prendono di mira target sempre più giovani, come i gamer. Non è un caso che il gaming oggi rappresenti una delle maggiori industry di entertainment al mondo, e sia tra i principali obiettivi del cybercrime.

Riconoscere il phishing

Aruba, il cloud provider italiano, ha avviato una campagna di sensibilizzazione indirizzata agli utenti della GenZ per aiutarli a riconoscere una delle truffe più comuni veicolate su internet: il phishing. Si tratta di una truffa digitale, in cui si cerca di ingannare la vittima spingendola a effettuare operazioni allo scopo di recuperare le sue informazioni personali come username, password o altri dati riservati. Generalmente, il criminale informatico invia false comunicazioni, fingendosi un ente o un’azienda conosciuta (o con cui è possibile siano già in corso conversazioni e relazioni) e usando scuse plausibili per ottenere i dati personali della vittima.

I messaggi fraudolenti

Solitamente gli attacchi di phishing si presentano come comunicazioni che giungono al destinatario via email, SMS (in questo caso, il fenomeno è noto come smishing), tramite social network o sulle piattaforme di instant messaging. I messaggi sono accomunati da una o più caratteristiche, come comunicazione di una sospensione o blocco di un account senza alcuna spiegazione, sollecito di un pagamento legato a una determinata operazione entro una data di scadenza fittizia, presenza di un indirizzo web che include un dominio simile, ma diverso, da quello originale dell’ente, richiesta di informazioni private, o errori ortografici nel corpo del messaggio.

La familiarità dei giovani con il web è un’esca

Di fatto, essere più addestrati nei confronti degli strumenti messi a disposizione da internet non basta a essere protetti, riferisce Ansa. Anzi, potrebbe indurre a prestare meno attenzione alle precauzioni da mettere in atto per difendere la propria vita virtuale. La familiarità dei giovani con i social e il web potrebbe diventare un’esca: chi trascorre molto tempo online ha più probabilità di essere preso di mira. È essenziale quindi educare i più giovani a porre attenzione a dove e con chi condividono informazioni personali online. Fenomeni come phishing, sextortion o cyberbullismo vengono puniti dalla legge, e in caso si venga colpiti, è necessario sporgere denuncia alle autorità competenti.

Caro bollette: a cosa rinunciano gli italiani?

È quanto emerge da un sondaggio anticipato all’Adnkronos da Confesercenti: il caro bollette si sta abbattendo anche sulle vendite di vestiti, cappotti, borse e scarpe. E secondo un altro sondaggio di Fismo, 11 mila negozi già pensano di chiudere l’attività. In pieno autunno ‘caldo’ dei prezzi il 39% degli italiani ha infatti intenzione di ridurre gli acquisti di prodotti non certo voluttuari, ma sicuramente meno necessari del cibo.
“Un calo che già si avverte nelle vendite dei negozi – afferma Benny Campobasso, presidente di Fismo – anche se per ora, ma siamo a inizio stagione, è leggero. Storicamente il mese di ottobre è tranquillo, ma se con il freddo non ci sarà una reazione sugli acquisti allora ci sarà da preoccuparsi”. 

Undicimila attività a rischio chiusura

“Il 10% degli imprenditori si dichiara pronto a chiudere la propria attività di fronte agli aumenti di energia elettrica – aggiunge Benny Campobasso -. Una fetta considerevole pari a circa 11 mila piccole attività commerciali di abbigliamento, accessori e calzature”.
Una forte preoccupazione avvertita anche in casa Confcommercio. “Abbiamo i magazzini pieni di collezioni bellissime acquistate tra dicembre 2021 e gennaio 2022 – sottolinea Giulio Felloni, presidente di Federmoda Italia Confcommercio -, capi anche costosi che abbiamo comprato con aspettative ottimistiche sulla fine della pandemia, ma ora la situazione di grande difficoltà non può che preoccuparci”.

La frenata economica rende i consumatori prudenti 

“L’aumento dei costi in generale e delle bollette fa sì che i consumatori siano prudenti – aggiunge Giulio Felloni – e anche se c’è una gran voglia di ritorno alla normalità, e soprattutto da parte femminile di comprare qualcosa, la frenata economica sta condizionando l’appeal di acquisti di abbigliamento e accessori”. In base a un sondaggio flash che Federmoda Italia ha svolto dal 30 settembre al 10 ottobre tra i commercianti, emerge inoltre che “le vendite sono leggermente inferiori o stabili, ma sta di fatto che molti negozi stanno pensando di chiudere anche per l’enorme aumento dei costi”.

La concorrenza del web ai piccoli negozi

“Ci attendiamo segnali e progetti costruttivi dal governo – sostiene ancora Felloni – lavoreremo sulla filiera dal produttore al consumatore ma pensiamo di avere una interazione con le altre associazioni: Cna, Confartigianato, Confindustria, Confesercenti per fare un ragionamento insieme e cercare di risolvere il problema della moda, un problema latente per impedire che i negozi chiudano, e poi non riaprano più. Il fenomeno riguarda alcune città, e alcuni comuni più piccoli e poco frequentati, dove non c’è lo shopping tourist. E poi – spiega Felloni – la clientela deve capire che se qualcuno compra un vestito online alimenta una concorrenza sleale, sul web infatti i costi non sono comparabili con quelli che abbiamo noi”.