Imprese italiane: nel primo trimestre calano quelle individuali ma aumentano le società

Aumentano le società, mentre calano le imprese individuali in Italia. Lo rivela lo scenario che emerge dai dati Movimprese elaborati da Unioncamere – InfoCamere sulla base del Registro delle Imprese delle Camere di commercio relative all’andamento del I trimestre del 2023.

Saldo lievemente negativo

Dalla sintesi dei dati relativi ai primi tre mesi del 2023, si può vedere un saldo lievemente negativo per le imprese italiane, con un calo dello 0,12% dello stock di imprese, pari a una riduzione di 7.443 unità. Nonostante ciò, il tessuto imprenditoriale italiano si è dimostrato stabile, con un numero di iscrizioni al Registro delle Imprese delle Camere di commercio in linea con lo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, si è registrato un sensibile aumento delle chiusure rispetto al biennio precedente, anche se restano tra i valori più contenuti degli ultimi dieci anni.

I settori che salgono

Alcuni settori hanno visto un aumento della propria base imprenditoriale, come le attività professionali, scientifiche e tecniche (+2.992 imprese), le attività immobiliari (+1.571) e le costruzioni (+1.070), ancora sotto l’onda “lunga” degli incentivi all’edilizia. Al contrario, i settori del commercio (-8.806 imprese, -0,61%) e dell’agricoltura (-6.167 unità, -0,85%) hanno subito un arretramento maggiore.
Le società di capitali sono state il segmento più dinamico del tessuto imprenditoriale italiano, con un aumento di 13.000 unità (0,69% di tasso di crescita) nel trimestre. Tuttavia, il saldo negativo delle ditte individuali, delle società di persone e delle “Altre forme” ha bilanciato solo in parte questa crescita.

Lazio, Sardegna e Trentino-Alto Adige sono le regioni con saldo positivo

L’analisi a livello territoriale ha mostrato saldi negativi in tutte e quattro le grandi ripartizioni, con tutte le regioni in arretramento rispetto all’anno precedente. Lazio, Sardegna e Trentino-Alto Adige sono state le uniche regioni a registrare un saldo positivo, seppur contenuto. Piemonte e Sicilia, invece, hanno registrato il risultato peggiore in termini assoluti, con una riduzione di 1.638 e 907 imprese rispettivamente.

Il tessuto imprenditoriale italiano “tiene”

In generale, il primo trimestre del 2023 ha visto una sostanziale tenuta. Quella registrata è infatti una flessione che resta tra le più contenute del recente passato e che (con l’unica eccezione del 2021, in piena pandemia) caratterizza tradizionalmente i trimestri di inizio d’anno a causa del concentrarsi delle cancellazioni sul finire dell’anno precedente e l’inizio del nuovo.