Mese: Maggio 2023

Cybersecurity sempre più complessa: così le imprese si affidano ai provider

Il report annuale di Kaspersky sulla sicurezza informatica, intitolato “IT Security Economics”, ha rivelato che a causa della crescente complessità delle soluzioni di cybersecurity, molte aziende si affidano a fornitori esterni per gestire alcune funzioni. Questi fornitori esterni, infatti, sono più competenti e in grado di gestire le tecnologie in modo più efficiente rispetto ai dipendenti interni dell’azienda. È importante sottolineare che una soluzione di cybersecurity complessa non garantisce la migliore protezione senza una gestione da parte di un esperto competente. 

AAA specialisti della sicurezza cercasi

La ricerca di specialisti della sicurezza è una sfida per le aziende, in quanto a livello globale ci sono pochi esperti in questo settore. Secondo lo studio “2022 Cybersecurity Workforce” di (ISC)², oggi si manifesta una carenza di competenze di 3,4 milioni di lavoratori nel mercato professionale della sicurezza informatica.
Questo scenario ha spinto le aziende a affidare alcune funzioni IT a Managed Service Provider (MSP) o Managed Security Service Provider (MSSP) per assicurarsi le competenze necessarie e avere team sempre aggiornati. Una ricerca condotta da Kaspersky tra i decision-maker del settore IT ha rivelato che il 54% delle PMI e delle aziende nel 2022 ha trasferito alcune responsabilità di sicurezza IT a MSP/MSSP principalmente per l’efficienza offerta dagli specialisti esterni.

Da due a quattro fornitori esterni

Tra le altre ragioni citate più frequentemente ci sono la necessità di conoscenze specialistiche, la complessità dei processi aziendali, la carenza di personale IT e i requisiti di conformità. Per quanto riguarda la collaborazione con MSP/MSSP, il 64% delle grandi aziende ha dichiarato di lavorare solitamente con due o tre fornitori, mentre il 10% delle PMI e delle corporation si affida a più di quattro fornitori di sicurezza informatica all’anno. Konstantin Sapronov, responsabile del Global Emergency Response Team di Kaspersky, ha sottolineato che gli specialisti esterni possono gestire tutti i processi di cybersecurity o occuparsi solo di attività specifiche, a seconda delle dimensioni e della maturità dell’organizzazione, nonché delle preferenze del management. È importante, tuttavia, che l’azienda abbia una conoscenza di base delle informazioni di sicurezza per valutare correttamente il lavoro dei collaboratori esterni.

Servizi di protezione gestiti

Per proteggere le aziende da attacchi informatici sofisticati, anche in assenza di responsabili interni per la sicurezza, Kaspersky consiglia l’utilizzo di servizi di protezione gestiti. Inoltre, i corsi di formazione esperti aiutano gli specialisti di sicurezza informatica a rimanere aggiornati e preparati ad affrontare le minacce informatiche in continua evoluzione.

Packaging: aumentano le informazioni ambientali sulle etichette

È quanto emerge dal terzo report IdentiPack, l’Osservatorio nazionale sull’etichettatura ambientale del packaging, frutto della collaborazione fra CONAI, il Consorzio Nazionale Imballaggi, e GS1 Italy: nel 2022 in Italia sono aumentati i prodotti che riportano informazioni ambientali relative al packaging. Di fatto, su oltre 59.000 referenze compaiono già le indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sul corretto conferimento in raccolta differenziata, il 44,8% di tutti i prodotti grocery a scaffale monitorati nel 2022 (+3,2% rispetto al 2021) e il 66,7% di quelli effettivamente venduti (+2,4%). Dati incoraggianti, soprattutto a proposito delle informazioni ambientali, rese obbligatorie da gennaio 2023.

Codifica identificativa del materiale presente su 34.031 imballaggi a scaffale

Su 34.031 imballaggi a scaffale è già presente la codifica identificativa del materiale di cui sono fatti, ai sensi della decisione 129/97/CE. Questi corrispondono al 25,6% del totale delle referenze a scaffale nel grocery (+4,2 %) e al 43,7% del totale dei prodotti venduti (+4,1 %). Oggi sono già 4.691 i prodotti a scaffale la cui etichetta permette di visionare digitalmente le informazioni ambientali sul packaging del prodotto. Un paniere che include il 3,5% delle referenze a scaffale e il 3,3% di quelle vendute complessivamente. Un numero cresciuto dello 0,2% se confrontato con quello del 2021.

Medaglia d’oro a gelati e surgelati

Fra i settori merceologici analizzati, quello del freddo si posiziona al primo posto per la comunicazione delle informazioni ambientali obbligatorie dei packaging.
Gelati e surgelati si aggiudicano la leadership per incidenza di prodotti che riportano in etichetta la codifica identificativa del materiale, oltre alle indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sul corretto conferimento in raccolta differenziata. Ma brillano anche per la presenza di certificazioni relative alla compostabilità del packaging e suggerimenti per migliorare la raccolta differenziata a casa. Anche l’home care ricorre alla comunicazione ambientale sul packaging con numeri superiori alla media, e si aggiudica la palma per l’uso di canali digitali che forniscono informazioni aggiuntive. Un reparto pionieristico, questo, nel mettere a disposizione del consumatore QR code e link digitali, diffusi sugli imballaggi home care molto più che nel resto del grocery.

Un contributo importante all’industria del riciclo

“Queste cifre e questi risultati sono anche il frutto di un percorso che CONAI ha portato avanti dalla fine del 2020 con il Ministero dell’ambiente e con le aziende italiane, creando Linee guida dedicate proprio all’etichettatura – commenta Luca Ruini, presidente CONAI -. I numeri di IdentiPack, infatti, sono anche una conferma di quanto le corrette indicazioni per la raccolta differenziata siano importanti: permettono all’industria del riciclo di dare nuova vita a quantitativi sempre maggiori di materiali da imballaggio, risorse prodotte dalle nostre città che sono ormai autentiche miniere metropolitane”.